5 mag 2014

Un paese idiota

Le ore passano così lente che sento sulla pelle il ticchettio di ogni secondo che scivola via: l’orologio diventa amico e nemico, compagno e maledizione. Il pensiero è sempre con lui, chissà se sta ridendo, chissà se ha inzuppato il pannolone di pipì o se si è fatto l’ennesimo bernoccolo cadendo in scivolata.
“Là fuori c’è un mondo” urlo sempre alla mia responsabile, ridendo, quando finisco una giornata di lavoro.
“Ma quel mondo non ti dà da mangiare”, replica lei.
Ha ragione. Privilegio di pochi, poter rimanere a casa da questa prigione. Una prigione che fa male ma che fa vivere. E’ tutto così beffardo che mi si chiude la gola, mi si riempiono gli occhi di sabbia. Non ci vedo più.
Il problema sta tutto nel fatto che l’Italia è un paese malato, di un cancro incurabile e lentissimo.
Qui una madre non ha il diritto di crescere il proprio figlio come si deve, almeno per i suoi primi 3/4 anni di vita. Scherziamo? Tanto esistono le baby sitter, l’asilo, i nonni, la scuola. Tutto può tappare i buchi di una mamma in carriera.
La sabbia mi acceca sempre di più. Entra lenta nei polmoni e il fiato si dimezza.
Chissà se sta dormendo.

19 commenti:

pinkg ha detto...

Mi ci ritrovo tutta nelle tue parole! Ogni mattina alzarsi pian piano dal letto per non svegliare la mia piccola, andare via e rivederla solo la sera, per regalarle quel poco che resta insieme a tutta la stanchezza della giornata...e accorgersi che crescono senza di te :-(
E che sei sempre a recupero...

pinkg ha detto...

Mi ci ritrovo tutta nelle tue parole! Ogni mattina alzarsi pian piano dal letto per non svegliare la mia piccola, andare via e rivederla solo la sera, per regalarle quel poco che resta insieme a tutta la stanchezza della giornata...e accorgersi che crescono senza di te :-(
E che sei sempre a recupero...

George ha detto...

Ti quoto... in Italia da sempre mancano le strutture.

Rouges ha detto...

Ciao "quasi" concittadina. Quando mia figlia ha compiuto due anni, ho deciso di licenziarmi per stare con lei. Mamma e moglie a tempo pieno. Certo è dura arrivare alla fine di ogni mese con un solo stipendio, significa niente vacanze , niente week end al mare, pochissime cene fuori, zero shopping (per fortuna ho una nipote poco più grande di mia figlia, così almeno il suo guardaroba è sempre pieno). Rinuncia è la parola d'ordine, ma in cambio non mi perdo un attimo della sua crescita. Adesso ha quasi 5 anni e al mattino frequenta la materna, io ne approfitto per dedicarmi alla casa, alle pulizie e un po' a me, ma quando non ci sono entrate doppie, c'è ben poco da fare. È una coperta corta, me ne rendo conto e mi mancano sia uno stipendio fisso che un lavoro (gratificante o meno), ma ho scelto così e spero di essere sempre convinta della mia decisione. Poi, magari, quando sarà più grande....chissà! Sere

Calzino ha detto...

Pinkg: quanto male fa?

Serena: sei stata coraggiosa. Ti invidio. Credo che non ti pentirai mai della decisione che hai preso...

George: strutture?! nel cervello dei politici intendi?

Stelassa ha detto...

Bella Fede. Sai che io ho fatto una scelta diversa, perché diversa è la mia realtà personale. Non ho figli, e non penso che ne avrò. Sarò sempre più slegata dalla prigione di cui parli, quella in cui stavo anche io fino a qualche me fa. Lo dico a te prima che ad altri: partirò di nuovo, prima della fine dell'anno. Ho un compagno di avventure più matto di me. Non mi sono mai sentita così viva, e non so per quanto tempo potrà durare questo tipo di vita che faccio. Rinuncio a tutto. Niente cene, shopping, anzi mi vendo le cose. Se posso esprimere una consiglio non richiesto: spogliati. Togliti tutto quello che ti pesa addosso. Non ti serve...

Calzino ha detto...

Stella bella, non ci crederai ma in questi giorni ti penso tantissimo. Guardo le tue foto e provo un senso di gioia infinita. Invidio il coraggio che hai avuto, in un certo senso anche la tua libertà incondizionata. Io ho fatto una scelta diversa, qui in fondo sto bene. Vorrei solo avere più tempo, più tutele, godermi mio figlio che cresce senza dover incastrare alla perfezione ogni minuto della mia vita. Non ho tempo per fotografare, per scrivere, per giocare, per suonare il mio basso. Ogni tanto mi sento dire "ehhh ma il tempo si trova". Cazzate.
Anyway, continua a condividere con noi quello che fai, attendo sfrigolando il tuo prossimo viaggio. Sarò lì con te, non vedo l'ora di leggere le tue parole. Il tuo cuore selvaggio per un pochino diventerà anche il mio.

patrizia vi. ha detto...

Ciao Calzino, ho letto il tuo post, tutti i commenti e non posso esimermi dal lasciare il mio. Quando 24 anni fa feci la scelta di dedicarmi alla crescita, allo sviluppo psicofisico ed all'educazione dei miei due figli ( 20 mesi di differenza uno dall'altro)l'ho fatto con la consapevolezza (maturata con l'esperienza del mio lavoro di educatore professionale) che nessuno mi avrebbe potuto restituire gli attimi che mi sarei persa della loro crescita se avessi proseguito a lavorare e che solo la presenza di una guida costante offre ai figli un esempio positivo per il loro domani. Certo il momento storico era diverso da ora, ma credimi è stato difficile, arduo e a volte iperbolico cavarsela con un solo stipendio,quello di un semplice agente di polizia. Solo tante rinunce, niente vacanze, niente sprechi, shopping ridotto all'essenziale. Ma forse è proprio questa vita spartana che mi ha permesso di educare i miei figli all'essenziale e non al mito della vacuità.Con il tempo crescendo i ragazzi e cominciando loro a frequentare la scuola ho cercato a fatica di rientrare nel mondo del lavoro, trovando solo grandi difficoltà e piccoli lavori precari. Ora i miei figli hanno 24 e 22 anni, il maggiore laureato vive e lavora in francia, l'altro sta per laurearsi e lavora qui in italia.Due ragazzi brillanti, intelligenti, colti spiritosi, insomma quello che ogni madre desidererebbe. Peccato però che due anni fa quando stavo per compiere 50 anni, mi sono sentita dare il ben servito da mio marito, e mi sono ritrovata sola a reinventarmi una vita.Senza lavoro, senza un tetto sopra la testa, ora me la cavo e sopravvivo con 400 euro al mese. Ma non è questo quello che vorrei trasmettervi, vorrei solo dire che se tornassi indietro rifarei di nuovo quello che ho fatto, perchè nulla,nessun lavoro gratificante,nessuna vita ricca di agi, potrà mai darmi la gioia che provo quando osservo quei due piccoli grandi uomini.

Rouges ha detto...

Grazie Mistral....la tua testimonianza mi è di grande aiuto.

bussola ha detto...

tenerissimo post e decisamente condivisibile... devo dire anche a me manca il respiro a sapere che lui è lontano che qualcun'altro si gode un suo sorriso... uno quelli grandi che gli illumina il viso.... ad ogni modo credo credo che una vita sempre a casa per me alla lunga sarebbe insostenibile

Calzino ha detto...

Mistral, invidio anche te e il tuo coraggio. Io, in questo periodo storico, non me la sento di mollare tutto. Ho appena ottenuto un lavoro a tempo indeterminato a 5 km da casa, ben pagato. Il prezzo da pagare è altissimo e mi fa soffrire come un cane... però è così, ora non potrebbe andare diversamente. Lo stato non dovrebbe metterci di fronte a scelte così difficili. E' scandaloso.
Mi dispiace tanto anche per tuo marito. Che stronzo, si può dire? ;)

Bussola, l'ideale sarebbe un bel part time mattiniero... vero?

Rouges ha detto...

Part time mattiniero....superchimera! :(((

Maria D'Asaro ha detto...

Calzino, bedda ... vorrei dirti un sacco di cose. Ma quasi quasi mi vergogno. E comunque non lasciare il lavoro a 5 km. da casa. L'indipendenza economica può sempre servire. Tuo figlio sente la qualità del tuo amore, anche se non sei accanto a lui minuto per minuto. Ti abbraccio.

Calzino ha detto...

Mari, è quello che mi ripeto continumante anche io: qualità, non quantità. però... però... nessuno mi ridarà mai il tempo che non trascorro con lui. Sto tanto male se ci penso.

patrizia vi. ha detto...

Caro Calzino, ti concedo il francesismo, anche se per l'occasione avrei utilizzato una terminologia ben più becera e volgare :)
ma tant'è....hai saputo cogliere nel segno.
Assolutamente non devi lasciare il tuo lavoro, e non perchè un domani potrebbe accaderti quello che è capitato a me ( non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico). Ma perchè mai come in questo momento storico, ed aggiungo in questo paese, è meglio che sia così. E scrollati da dosso quella orribile sensazione che ti fa sentire sempre in difetto verso il tuo bimbo, so che sei in grado di ottimizzare al meglio qualitativamente il tuo amore verso lui. A volte ci scordiamo che una delle maniere più semplici per aiutare i nostri figli a crescere è l'osservazione, la minuziosa osservazione, e l'ascolto. Affiniamo questi sensi e potremo essere certe che gran parte del lavoro è per metà compiuto. Sapessi quanti segnali inespressi mandano i nostri bambini......sappiamoli cogliere.

Rouges, magari potessi essere d'aiuto.........offrendoti la mia esperienza volevo solo umilmente farti notare la grandezza della tua scelta. Porta il tuo cucciolo a spiccare il volo da solo, ma non precluderti mai la possibilità di fare anche qualcosa per te, di qualsiasi cosa si tratti, che sia un lavoro che sia un hobby, che sia inseguire una tua passione. Perchè questo servirà a lui come esempio, vedere una mamma impegnata e felice per un lavoro od un impegno che la gratifica offrirà a tuo figlio un modello.

un abbraccio

Baol ha detto...

Io so che quelle sabbie mobili non ti soffocheranno

un abbraccio

Ale - Espatriata al seguito ha detto...

ma perchè si deve sempre scegliere tra 10 ore fuori di casa o a casa tutto il giorno? perchè quando ho chiesto il part time mi hanno trattao come se chiedessi una porsche come macchina aziendale?
io lavoro, non ci penso, e poi ogni tanto mi fermo e mi dico: cosa starà facendo? cosa starà facendo che non saprò mai perchè ancora non è in grado di dirmelo e le maestre non mi possono raccontare ogni minuto? e sai qual'è la beffa? dove lavoro io siamo in 5 donne e sono l'unica a cui è negato il part time perchè sono stata l'ultima a chiederlo. non mi devo incazzare?

Calzino ha detto...

Ale, ti devi incazzare tantissimo. E' una vergogna... voglio fondare un'associazione che tuteli le madri a cui viene negato il part time! Qui nella mia azienda non ci provo nemmeno... per politica aziendale non esiste proprio. Che tristezza, che schifo.

Ale - Espatriata al seguito ha detto...

ci sto, mi iscrivo subito all'associazione! la parola "part time" in Italia è una bestemmia, come se ti chiedessi un favore, ma io ti chiedo di lavorare meno e di pagarmi di conseguenza! e non solo... mi hanno anche imposto l'uscita alle 17.30 per avere l'ufficio "coperto"... quando per il mio lavoro la presenza fisica in ufficio non sarebbe neanche sempre necessaria, è necessaria per il capo di turno che vuole arrivare alle 1720 e trovare qualcuno. Finchè non si scardina questa mentalità non si andrà mai da nessuna parte... :(
ps. e almeno fosse il lavoro della mia vita, manco quello!!!!!