11 nov 2010

Emilia Country

Via Emilia, come ogni mattina: la guardo, mi viene da vomitare. E così il volante gira da solo, taglio per la campagna, anche se in realtà così facendo allungo il brodo di vari chilometri e minuti.

Ecco, penso, questo è ciò che sono. Questa campagna in cui la linea dell’orizzonte è talmente bassa da pestarla con i piedi, questi campi arati in cui non trovi un’inclinazione collinare nemmeno a guardarli a testa in giù. Questo tono di grigio che quando si mischia col sole quasi senti l’odore delle prugne tutto l’anno. I maiali, le vacche, le stalle così belle che ci vedo solo dei possibili set fotografici.


Quanto siamo plasmati dalle nostre radici.
Il nostro accento.
Il mio, che da fuori, se mi sento, altro che mondine.
La prospettiva che do alle cose, la forma mentis del mio cervello. Dritta, per molto aspetti, come la terra che calpesto. Cosa sono i monti? Che forma hanno le onde del mare?
Come sei country, Emilia mia dal nome di donna.

27 commenti:

bussola ha detto...

è sempre bello leggerti....

gattonero ha detto...

Una breve, semplice, descrizione che fa sognare.
Il volante della mente percorre quella strada, il piatto della campagna dà l'idea dell'immutabile.
Gli odori diventano profumo: di un mondo antico che se ne va.
La terra la sento odorare di sterco di cavallo o di mucca: ed è terra vera, non farmacia.

ventopiumoso ha detto...

eggiaggia' le origini. per te mi sembrano lineari e ti invidio un po' ( e che bella miniatura dell'emilia e degli emiliani che hai fatto :) ).

io non ci ho mai capito niente. tutta una gran confusion. nato e cresciuto in emilia da genitori calabresi. tutti gli anni in calabria, da polentone, e il resto dell'anno nel modenese, da terrone.

ho imparato il calabrese con accento emiliano. ho masticato poco emiliano sporcato di calabrese.

il mare visto tutti gli anni ma mai imparato a nuotare. uomo di pianura col fastidio per la bassa, piu' che altro per l'umidita' e le zanzare.

piu' tardi emigrato per diversi anni in veneto, due volte visto male: emiliano = comunista + terrone (!).

insofferente ai veneti, ho una compagna e alcuni dei miei migliori amici veneti.

ancora piu' insofferente al loro dialetto ed alla loro parlata (che, tolto venezia, alle mie orecchie suona come lo stridere delle unghie sulla lavagna), il mio accento si e' irremidiabilmente corrotto, temo per sempre.

con le vertigini d'alta quota, mi sono innamorato delle dolomiti.

senza arte ne' parte (io, almeno), siamo ora piu' a nord, mooolto piu' a nord. non lontano da una citta' che adoro, ma in un villaggio che a magreta c'e' piu' vita.

nei mesi prima di partire, mi sono "spiritualmente" riavvicinato molto all'emilia, fra modena e bologna, ai colli mai frequentati da monello e mi e' pure presa nostalgia di andarmene.

insomma, l'e' un casein..

oppure si chiama vita, boh?

hola :)

Maria D'Asaro ha detto...

Ciao: varrà la pena di fare un giro nel tuo blog!

Maria D'Asaro ha detto...

Mi ha incuriosito il nome del tuo blog: ho scritto un petit onze su un calzino spaiato:
http://maridasolcare.blogspot.com/2009/12/petit-onze-al-calzino-spaiato.html

Ellys...o meglio Martina ha detto...

Ogni persona è legata visceralmente alla terra dove è nata.
Se dovessi riununciare al mio mare sarebbe come perdere un braccio o una gamba...unaparte di me.

Viola d'Ondariva ha detto...

Come la conosco bene quella campagna che descrivi.. la percorro anche io ogni tanto quando scendo in "piangiania"! E' così piatta che fa quasi impressione, a me, che a pochi chilometri di distanza e di livello, di pianeggiante non ho nemmeno il cortile. Che sia poi pianeggiante o montuosa, hai visto che colori ha la nostra Emilia in giornate con il sole come questa? Un abbraccio.

Absinto ha detto...

Mi sembri Guccini!

Calzino ha detto...

Bussola: bè questo è un bel complimento, grazie.
Gatto: ci hai sfagiolato ‘na poesia! di sterco di cavallo o di mucca: ed è terra vera, non farmacia.
Vento piumoso: ma ddddai allora sei un piatto emiliano anche tu, almeno un po’! di dove precisamente?
Mari: anche io ti tengo d’occhio, sappilo :)
Marty: già già, il tuo mare.
Absinto: “Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare, guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare! Emilia allungata fra l' olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.”

la Volpe ha detto...

Una bellissima descrizione per quella terra che per tanti anni mi ha accolto esule dalla città eterna...

"Modena mi accoglieva pensosa. Sembrava una donna dagli occhi grigi e dai capelli d'argento, avvolta da un velo scuro, di colori freddi. Mi guardava con quegli occhi grigio acciaio, così diversi da quelli grigioazzurri di Vili; incuriosita - ma anche un poco contrariata - dal mio ritorno, come se mi chiedesse perché. Non certo per la speranza di riprendere quella vita colorata che erano stati i primi anni dell'università. Ma forse semplicemente per riafferrare qualcosa, riannodare qualche filo. E rivedere i volti di chi era rimasto, rendersi conto con sorpresa, per l'ennesima volta, sempre con la stessa sorpresa, che Modena non è una tomba, è tutt'altro che una tomba, è ben altro che quattro mura spente come credono tanti suoi sciocchi abitanti, e qui si sente ancora l'odore dei campi, e l'Emilia è bella, e dopo tanti anni è un po' come tornare a casa, anche per chi una casa non l'ha mai avuta."

la Volpe ha detto...

il problema è: quanto cemento può ancora tollerare la vostra bella Emilia prima di arrendersi definitivamente al brutto e allo sporco? :(

Ukiyoe ha detto...

Emilia è il mio nome preferito.Il nome della persona più importante in un film di Pasolini, il nome che ricorre nei romanzi di Tondelli. Emilia paranoica dei periodi lontani. Mi piace sempre leggere questo nome e vedere che è così tante infinite cose...

ventopiumoso ha detto...

furmésen :)
tu?

Heidi ha detto...

Mi hai emozionata con le tue sentite, viscerali e lucide parole, è stato come leggere la pagina di uno splendido libro.
Hai dimostrato di avere la capacità di guardarti dentro,di saperti denudare di parole inutili per ritrovarti libera di riconoscere ogni fragilità, limite o barriera davanti alla terra che ti ha vista crescere, la stessa terra che è stata d'esempio per la sua semplicità e rassicurante come il suo profilo lineare,la stessa terra che ti ha insegnato ad arare costantemente la tua anima per renderla sempre terreno fertile, lo si capisce da tante piccole sfumature che chi ti segue da un po'non può non aver notato.
Un bacione

D'Aria ha detto...

Io non sono molto legata alla mia terra...sarà forse perchè vivo a Milano (anzi fuori)?

Calzino ha detto...

Volpuzza: chi scrive?

Ukiyoe: Emilia…. Emilia…. Senti com’è aperto. Bello, davvero.

Ventopiumoso: io tra la Grassa la Fighetta!

Heidi: :)

D'Aria: può essere, ma siamo molto vicini ai miei scenari, credo...

la Volpe ha detto...

me medesimo stesso e il solo, dal mio romanzo incompiuto che ormai supera le 300 pagine di A4 :|

Queen ha detto...

che bello questo post!

Ruz ha detto...

davvero molto country e davvero molto bello Calzì!

non riesco ad immaginarti con forte accento romagnolo

Anonimo ha detto...

Che spettacolo. Da emiliano quale sono anche io, non posso che avvallare il tuo pos.
E' una scena che vivo tutte le mattine,soprattutto il caos della via emilia, la nebbia...Davvero una bellissima fotografia hai fatto.

Eta ha detto...

Sappi che ti adoro.

La levità saggia con cui scrivi è cosa rara, Calzino.

Maria D'Asaro ha detto...

Levità saggia: aggettivo e sostantivo molto appropriati!

Jesús Garrido ha detto...

no he entendido nada, pero por el estilo veo tu buena intención literaria

Felipegonzales ha detto...

Le radici, le origni, il ricordo, tutte cose importanti

Calzino ha detto...

Grazie a tutti, mi sa che siete troppo buoni... davvero, grazie. Che le vostre parole mi fanno stare bene.

Eta: dai sposiamoci! sei troppo cara, dovremmo incontrarci prima o poi.

la Volpe ha detto...

ché

teodor ha detto...

dai, poteva andarti peggio... potevi nascere in ciociaria :)