ed è quella di Clarence Clemons, allora ascolti l’assolo di sax di Jungleland di Bruce e senti le gambe di pasta frolla. Quando muore una bocca così, ringrazi le centinaia di ore registrate che quella bocca ce l’hanno ancora, ce l’avranno sempre e la rendono viva nei secoli. Basta un play ed è tutto come prima. Quando muoiono dita sulla chitarra, quando muore una voce, quando muoiono mani su una batteria, allora è lì che attacchi il jack all’ampli della memoria e i pensieri diventano pentatoniche di nebbia.
Addio Big,
not even dead... tonight in jungleland.
4 commenti:
mi piace pensare che i corpi degli artisti non muoiano mai. quando mi ipnotizzo di fronte a un quadro penso che mi trovo nella stessa posizione in cui si trovava che l'ha creato, e sono vertigini
comunque sono contento di averlo visto dal vivo :)
Gio, che bella questa prospettiva. Non ci avevo mai pensato. Ma, come dire, ormai sei la mia musa su tante di quelle cose.
Volpetta, anche io. Indimenticabile.
the music is go[o]d!
Posta un commento