23 set 2011

Caro Miguel,

ho ancora gli occhi impiastricciati di lacrime e mascara. Come ogni anno, mentre vado al lavoro, riempio l’abitacolo della macchina con i Pearl Jam a volume improponibile e apro i finestrini perché la musica ti raggiunga più veloce. Un anno credo di aver messo anche i Pink Floyd, qualcosa di The dark side of the moon. E piango piango piango, mi viene la nausea e rido, canto a squarciagola, forse mi stai guardando e pensi che in fondo non sono mica tanto normale.
Ne sono successe di cose, in questi otto anni. Otto anni che sembrano il più delle volte otto minuti, otto secondi, otto frazioni di vuoto di quel giorno in cui è squillato il telefono. Mi guardo allo specchio, mi guardo indietro, guardo avanti e mi trovo ancora a chiedermi se è vero che non ci sei più. Ma no dai, ci sei e siamo dentro a un documentario, è un esperimento.
Ne sono successe così tante di cose, ma io lo so che tu sei al corrente di tutto. Del paese allo sfascio, di quel coglione di Silvio, della crisi edilizia, del pub che ha chiuso, la Beth che è sempre sulle montagne russe e affronta i giri della morte con elmo e corazza, la Sara e Federico che sono nati, i casini della Chiara, il mio matrimonio, Ale e Stefano, Gir e la sua casa fantasma, le cene a San Nicola sempre più strane, i terremoti, lo tsunami, tuo padre e tua madre che io non so dire quanto li amo. Mi ha sposato proprio tuo papà ed è stato bravissimo.
Poi ci sono quelle volte che incrocio i tuoi fratelli e ci rivedo le tue movenze e il tuo sorriso, lo sguardo vigile e la postura. Poi ci sono quelle altre volte che mangio le cotolette e mi trovo a ridere da sola, o come l’altra sera, che secondo me c’eri anche tu con me e la Beth al cinema a vedere il documentario PJ20. Oh, Miguel, otto anni sono lunghi e sono niente, oggi è il tuo compleanno e proprio oggi dovrebbero cadere dei detriti spaziali sul nord Italia. Ieri quando ho sentito la notizia mi è venuto così tanto da ridere, ho pensato che non sia un caso… secondo me sei tu che raccatti pezzi sparsi qua e là e ce li butti giù per salutarci.
Caro Miguel, la tua voce è chiara dentro di me come quella di chi ascolto tutti i giorni. Hai piantato un semino immortale dentro il cervello di ognuno di noi e il tuo fiore sarà l’unico a non appassire mai.
Tanti ma tanti tanti tanti auguri, pazzo adorato dei nostri giorni più belli.

8 commenti:

chiara moltoni ha detto...

Urca...
Baci e piccoli sorrisi

Lego ha detto...

Ho un bel doppio nodo alla gola.

Queen ha detto...

l'ho letto dal lavoro, e da lì non potevo commentare
sono rimasta di legno
è una lettera bellissima
è un sentimento bellissimo

ti abbraccio

ribbon. ha detto...

ogni volta mi sorprendo di quanto tu mi faccia provare

faccio anche io i miei auguri a Miguel
lettera bellissima

Anonimo ha detto...

ho le lacrime agli occhi, forse perchè mi sono immedesimata davvero tanto... le tue parole mi hanno toccata... capisco ciò che provi. ti abbraccio

Eta ha detto...

È da ieri che parlo di questi pezzi di coso che devono venire giù dallo spazio e di come li volevamo prendere col retino delle farfalle. Ora, però, leggo il tuo post, mi viene la pelle d'oca e mi si bagnano gli occhi. E, decisamente, se Calzino vuole, è tutto per Miguel.
Un bacio, fanciulla d'oro

Gio ha detto...

Leggo e rileggo, e le tue parole consumano le mie. Quelle che non trovo le prendo in prestito dal mio parolaio preferito, quel pazzo col botto del Foscolo: "celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l’amico estinto e l’estinto con noi".
E celeste sei tu, col tuo cuore che danza sulla tastiera (grazie)

Maria D'Asaro ha detto...

Bedda: mi hai comunicato l'affetto per Miguel, che sorriderà dai pascoli del cielo.