Cresci così velocemente, bimbo mio, che questo 28 aprile sembra già incastonato in un'era lontana.
Ma ci sono cose, dentro, che si sono fissate come colla d'avorio. Diapositive che sbiadiranno un poco, è vero, ma che comunque rimarranno accese dentro agli occhi fino alla fine di ciò che sono e che sarò. Le vedo e le sento come fossero vive. Sono vive.
La mano dell'anestesista che tiene le mie dita strette strette e accarezza la mia fronte; i suoi occhi che mi guardano e mi fanno sentire in una culla. La sua voce ridente, le sue parole inutili quanto vitali. Grazie, Ilaria.
La mano del chirurgo, angelo mio che di nome fa Stefania, che parla e descrive ogni passaggio alla ragazza giovane che sta imparando. Un tono fermo, tranquillo, diecimila sfumature dell'arcobaleno.
Il mio respiro che si fa corto e freddo. La paura, la frenesia, l'impazienza, la felicità solo un po' oscurata, come un secondo d'eclissi solare.
Il tuo corpicino con le braccia spalancate che viene alzato sopra al telo celeste che ci divide. "Ecco Giulio!"
Ecco Giulio. Ecco queste due lacrime grosse come pompelmi. Ecco il mio cuore che per un attimo si ferma e torna a battere col tuo. Sono fregata, un'altra volta. Fai di me quello che ti pare, figlio mio.
Hai le mani aperte, gli occhi arrabbiati e chiusi, sembri abbronzato, sei bellissimo con tutte quelle rughe.
La tua bocca che si attacca al mio seno come se l'avesse sempre fatto. Ciucci forte, mamma come ciucci. Mi viene da sorridere. E poi il tuo corpicino nudo nudo come un vermetto nella terra, pieno di pelo scuro e soffice. Una scimmietta su di me. Ci facciamo caldo a vicenda, siamo un forno perfetto, Giulio mio.
Il corridoio del reparto, nel cuore della notte. Quella luce azzurra, i lamenti della mia compagna di stanza, sfinita da un allattamento difficile. Tu che ti appallottoli contro di me fino a diventare piccolo come un riccio. Sei rosso e scuro, gli occhi sempre chiusi. Sudiamo un po', poi crolliamo di stanchezza e ci risvegliamo. Poi crolliamo ancora e balliamo nuovamente, con il ritmo di due danzatori che si stanno conoscendo per la prima volta.
Il primo contatto con tuo fratello, che ora, per sempre, sarà parte di te.
"Mamma, ha le orecchie piccole". Ecco come si presenta Pietro. Ti guarda le orecchie stupito, ti sfiora i piedi e incolla il naso alla culla trasparente.
Io vi osservo, il cuore è un trapezista ubriaco, sento che tutto il mondo e i mari e gli oceani e i granelli di terra sono chiusi qui, al sesto piano della mia incredibile felicità.
8 commenti:
auguri e ... mihai fatto commuovere...
sono cose che no si scordano mai che rimarranno impresse a fuoco nel nostro cuore .....
lanascita diunfiglio è qualcosa di magico ......
un immenso dono a vita e perla vita
veronica
Vi voglio tanto bene, Calzino bella ****
E' un casino che ti penso ... Mi dicevo: sarà nato?! Benvenuto, Giulio!
Grazie per questa magnifica condivisione. Vi abbraccio e vi voglio bene (da Palermo!)
che piacere leggerti e rileggerti mia adorata Calzino, sono stata in giro ma ogni tanto, lontana dal blog, pensavo a quell'amica virtuale alla quale sono affezionata da quando ho aperto la mia cameretta su blogspot. Contenta delle news, benvenuto Giulio <3 e bentrovati tutti, famiglia Calzino. Un bacio grande
Le tue parole fanno sembrare facile anche un momento che, penso (perché non ci sono mai passata, quindi è solo una supposizione..), non sia comunque una passeggiata.. Grazie per aver condiviso con noi questo ricordo! E Buona Vita al piccolo Giulietti, al fratello maggiore e alla sua dolcissima famiglia :)
cavolo calzino, leggo ora.
Un bacione a tutti!
Auguri!
Great blog I enjoyed reeading
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